BE CHILD

Collezioni senza età: piccole cose per bambini di sempre

Catturi le parole dei genitori sotto gli ombrelloni, ascolti gli amici lamentarsi “sono sempre al cellulare”, “non gli interessa altro”, “gli dici basta e non ti ascoltano”. Loro sono i bambini, quelli a cui è stato concesso dai genitori l’utilizzo degli smartphone, quelli che hanno promesso di usarlo solo per mandare un messaggio al migliore amico, quelli che “si aspetta, finisco questa partita e poi basta”. Hanno pochi anni, tutto sommato, parliamo di bambini in età di scuola primaria, non hanno completato la formazione nel controllo di sé, né sanno ancora distinguere tra “ciò che è bene” e “ciò che è male”, invece sono facili prede dei meccanismi di dipendenza dai video schermi, tecnologie progettate in base al funzionamento del sistema neuronale di attivazione del piacere.

Eppure mentre ascolti, ti dispiaci, rifletti e vorresti intervenire, dopo l’ennesima discussione tra genitori e figli, assisti ad una scena che ti conforta e ti fa dire che basta davvero poco per liberarsi dalle ossessioni degli smartphone.

Due bambine, chiaramente pre-adolescenti, di quelle che fino a poco tempo prima erano chine e inchiodate ai cellulari sotto l’ombrellone, sono ora chine sulla battigia, la monitorano con attenzione e ogni tanto una mano raccoglie qualcosa; si alzano si spostano e continuano così per un lungo tratto di spiaggia, chine, osservano a lungo, allungano una mano e ripongono qualcosa in una retina.

Dopo molto tempo tornano e dispongono il bottino su un telo: compaiono vetrini di ogni colore, dimensione e forma, insieme a sassi e frammenti di cocci.

Inizia un lavoro di sistemazione, le bambine discutono sui criteri, “questi li ho trovati io, quindi decido io”, “no, i sassi non li mettiamo insieme ai vetri”, “facciamo dal più piccolo al più grande” ed ecco che in effetti alcuni vetrini si rivelano talmente piccoli che c’è da domandarsi come abbiano fatti ad individuarli tra la sabbia.

Passa un tempo lungo e finalmente la lunga fila è composta, soddisfatte la disfano e iniziano una nuova sistemazione, i vetrini per colore, i sassi con un criterio non esplicito ma chiaramente isperato ad una ricerca di bellezza.

Gli adulti si avvicinano, sinceramente ammirati perché è incredibile la quantità di frammenti reperita e si lasciano andare ai ricordi, ai vasetti di vetrini ancora conservati da qualche parte.

Così viene da pensare che davvero ci siano cose che viste con gli occhi dei bambini che eravamo sono immutate anche oggi, non è vero che i bambini sono schiavi dei dispositivi, lo possono diventare se non incontrano alternative all’altezza del loro immaginario, di quella voglia di stupirsi e innamorarsi delle cose del mondo che ci attraversa sguardi e mani, così è per i cercatori di tesori di ogni epoca.

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